7 aprile 2014

Lo stornello

Lo stornello è un tipo di poesia generalmente improvvisata molto semplice, d’argomento amoroso o satirico, simile alla filastrocca, tipico dell’Italia centrale, in particolare Toscana, Lazio e Marche (successivamente diffuso anche nell’Italia meridionale).
Il termine stornello deriverebbe dall’usanza di cantare a storno e a rimbalzo di voce da un luogo ad un altro.
Questo tipo di componimento è costituito da un numero imprecisato di strofe solitamente composte da tre versi:
  • il primo verso è un quinario, e generalmente contiene l’invocazione ad un fiore;
  • gli altri due sono endecasillabi, di cui il primo è in consonanza ed il secondo in rima col verso d’apertura.

Gli stornelli romani, nati dall’improvvisazione e dall’estro di un momento, traggono la loro forza dall’autenticità e dalla genuinità di un intero popolo. Brevi ed immediati, cantati dalle popolane come “sfottò” da balcone a balcone, o drammaticamente interpretati dai carcerati di Regina Coeli, erano ripresi e tramandati da cantori di strada, da carrettieri o venditori, per le vie di Roma e dei paesi vicini. Un aspetto pittoresco e popolare della vita quotidiana, legato alla passione per il divertimento, la battuta e la tavola.

Gli stornelli a dispetto sono una forma, tipicamente romana, di insultarsi a vicenda e la base del gioco è quella di attendere la fine della strofa senza reagire per poi restituire la cortesia consapevoli di poter terminare l’attacco.

8 marzo 2014

Portico degli Dei Consenti

Il Portico degli Dei Consenti (in latino Porticus deorum consentium) è un portico situato nel Foro Romano, nei pressi del Tabularium.


Il portico è formato da due ali di colonne in stile corinzio che si congiungono ad angolo ottuso e sorreggono un’architrave. Alle spalle del portico, incassate nel rialzo dove esso poggia, vi sono sette celle, probabilmente tabernae.

Nel Foro erano erette dodici statue di dei consentes, sei dei e sei dee, e gli accoppiamenti erano Giove – Giunone, Nettuno – Minerva, Apollo – Diana, Marte – Venere, Vulcano – Vesta, Mercurio – Cerere.
Nel 1834 fu scoperto alle pendici del Campidoglio, vicino al tempio di Saturno, un edificio inconsueto con otto vani con pareti in mattoni disposti lungo due lati, ad angolo ottuso, preceduto dai resti di un portico colonnato. Il colonnato fu rialzato e restaurato nel 1858, sostituendo le colonne mancanti con fusti di travertino. 
Era in sei di questi ambienti che, a due a due, erano ospitate le sei statue. Il portico fu costruito nel III o II secolo a.C., ma la sua forma attuale risale probabilmente ad una ricostruzione dell’epoca flavia.

Con il restauro del 367, l’ultimo intervento pubblico in Roma riguardante il culto degli antichi dei, si era voluto lasciare una testimonianza in favore del paganesimo in un’epoca in cui il Cristianesimo era ormai dominante.

24 dicembre 2013

Roma in "veste" natalizia

Dalle prime ore della notte del 6 dicembre 2013 Roma inizia ad accendere le luci della festa all’insegna della pace, con la bandiera arcobaleno stesa da piazza del Popolo a piazza Venezia, dove l’abete alto 20 metri, arrivato dai boschi del Molise, è stato addobbato con 30 mila luci e la scritta “pace” tradotta in 20 lingue diverse.


Le luci dell’albero di Natale installato in piazza del Campidoglio, invece, sono alimentate ad energia cinetica, prodotta pedalando su una apposita bicicletta che chiunque può contribuire a produrre, e rimane acceso una volta interrotta la pedalata.

Luci e addobbi in buona compagnia della “pioggia di luce” lungo Via Veneto, con lampadine intermittenti e bolle piene di sfere dorate, le farfalle sfavillanti lungo via Merulana, le bacchette magiche a Via dei Giubbonari: ma la magia delle luci si fa sentire anche in periferia dove tra pioggia di neve, abeti addobbati e luminarie di vario tipo su finestre, balconi e dentro le case, la gente per strada e nelle case si prepara a passare momenti di serenità in famiglia.




BUON NATALE!!!!

16 settembre 2013

PalaLottomatica

Il PalaLottomatica è un edificio che sorge nel quartiere dell’EUR  ed è il nome commerciale del Palazzo dello Sport di Roma (noto anche come PalaSport.
Ideato e progettato nel 1956 dall’architetto Marcello Piacentini e dall’ingegnere Pier Luigi Nervi, per i XVII giochi olimpici di Roma, la struttura ospita da allora eventi sportivi, convegni e concerti.
Tra il 1999 e il 2003 fu sottoposto a lavori di ammodernamento e ristrutturazione realizzati dalla ForumNet S.p.A. e finanziati dalla Lottomatica: quest’ultima ha acquisito il diritto a dare il proprio nome all’impianto.
La struttura fu, dal 1983 al 2000 e dal 2003 al 2011, sede delle gare interne della Pallacanestro Virtus Roma, società professionistica che milita in serie A.


Nella sua realizzazione definitiva, avvenuta tra il 1958 e il 1960, il Palazzo dello Sport presenta due ordini di gradinate per un totale di circa 12.000 posti; le gradinate sono sostenute da pilastri inclinati che fanno anche funzione di sostegno e raccordo con la struttura di copertura spessa solo 9 centimetri, costruita in cemento armato e a forma di calotta sferica. A completare l’opera e mascherare l’andamento curvilineo delle gradinate e l’inclinazione dei pilastri di sostegno, una copertura frontale in cristallo a facciata continua che conferisce al Palazzo la sua tipica forma cilindrica. Diverse sono le ditte che hanno partecipato ai lavori: la Siemens italiana, che realizzò l’impianto audio, la Solari di Udine che mise in opera i tabelloni luminosi ed i cronometri, la Dell’Orto & Chieregatti di Milano, che si occupò dell’impianto di condizionamento, l’Ilva e la IOMSA per i lavori in metallo e la Gazzotti che realizzò la superficie di gioco in parquet (solo per citarne alcune).

All’impianto si accede attraverso 16 ingressi disposti lungo la circonferenza del Palazzo, ad una distanza di circa 20 metri l’uno dall’altro. Al fine di rendere idoneo l’impianto anche a manifestazioni diverse da quelle sportive (canore, teatrali ed altro ancora), le nervature della calotta interna furono ricoperte di materiale fonoassorbente; la circolazione dell’aria nell’edificio è completamente condizionata; furono realizzate ampie luci nelle pareti di tamponamento, e la parte superiore della cupola è sopraelevata a costituire un lucernario che diffonde uniformemente l’illuminazione solare all’interno della struttura durante le ore diurne.

Il costo complessivo dell’impianto fu stimato in circa un miliardo e 900 milioni di lire dell’epoca.

27 agosto 2013

Campo de' Fiori

Campo de’ Fiori è una nota piazza di Roma che sorge su una zona che in origine era caratterizzata da un campo fiorito (da cui sembra abbia preso il nome anche se, secondo un racconto leggendario, invece il suo nome deriverebbe da Flora, una donna amata da Pompeo); dal quattrocento diventa una vera e propria piazza della città ed attualmente è sita tra via dei Giubbonari e piazza della Cancelleria.


Importanti sono stati i lavori fatti svolgere nel 1456 da papa Callisto III, che hanno determinato un rinnovamento tale della zona che ha permesso la costruzione di importanti palazzi nell’area. Da questo momento in poi ha inizio un periodo di floridezza che porta alla costruzione di alberghi, locande e centri artigiani con un incremento quindi delle attività commerciali: ne è un esempio il mercato dei cavalli.

Anticamente in Campo de’ Fiori si eseguivano le esecuzioni capitali: molto nota è, ad esempio, l’esecuzione del filosofo e frate domenicano Giordano Bruno, che fu arso vivo proprio in questa piazza giovedì 17 febbraio 1600. In ricordo del filosofo, nel 1888 fu realizzato sul luogo stesso del rogo un monumento bronzeo, opera dallo scultore Ettore Ferrari.

Attualmente la piazza è molto frequentata dai Romani e dai turisti durante la notte poiché offre un’ampia scelta di locali notturni in cui poter passare serate divertenti e durante il giorno per via del mercato che abitualmente viene adibito lungo la piazza, per i bar e le trattorie tipiche.

6 maggio 2013

Tempio dei Castori


Vicino alla Basilica Giulia (all’interno del Foro Romano), si possono vedere tre grandi colonne corinzie sormontate da un architrave: questo è tutto quello che rimane del Tempio dei Dioscuri detto dai Romani anche Tempio dei Castori. I resti del tempio sono di epoca augustea, ma nel 6 d.C. Tiberio lo fece ricostruire, e questo è l’ultimo degli interventi storicamente conosciuti.


La costruzione del tempio fu avviata dal dittatore Aulo Postumio Albino, in ricordo dell’apparizione dei Dioscuri (Castore e Polluce) a segnalare la vittoria romana sui Latini nella battaglia del Lago Regillo nel 499 a.C.; fu suo figlio, però a farlo inaugurare in quando il dittatore morì prima della fine dei lavori.
Il primo restauro avvenne per ordine del console Quinto Cecilio Metello Dalmatico nel 117 a.C. ed in seguito nel 74 a.C. per ordine del pretore urbano Verre. Al restauro voluto da Metello sono da ricollegare il podio in opera cementizia, mentre i blocchi di tufo protetti da tettoie di epoca moderna sono tutto quello che rimane del podio originale.


Il tempio era formato sulla fronte da otto colonne corinzie scanalate di marmo pario e undici colonne sui lati lunghi; vi si poteva accedere tramite due scale laterali che continuavano con una gradinata frontale.

Al suo interno si tenevano, alcune volte, delle riunioni del Senato e vi aveva sede l’ufficio per la verifica dei pesi e delle misure; la parte antistante al pronao molto probabilmente era utilizzata come tribuna oratoria. Sui lati lunghi, il podio del tempio risulta interrotto da una serie di ambienti identificati come gli spazi dei banchieri.